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4 ottobre 2015 - Passo San Gottardo

Una giornata in bella compagnia, tra storia e natura

Domenica 04. Ottobre sfidando il maltempo, il freddo e le distanze ci siamo ritrovati in cima al Passo del San Gottardo per riscoprire una parte della nostra storia elvetica. Tra la prima neve e la nebbia ci siamo fatti strada fino all’ingresso della fortezza storica “Sasso da Pigna” voluto dal Generale Henri Guisan e costruito tra il 1941 e il 1945 per fronteggiare una possibile invasione da parte italiana. Addentrandosi nella montagna attraverso cunicoli  scavati a suon di dinamite e piccone sorge inevitabile lo stupore per un opera realizzata in così pochi anni e senza la strumentazione odierna. Essendo un bel gruppo di più di trenta persone, tra Guardie e reciproche famiglie, ci siamo divisi in due gruppi per la visita. 

Una giornata in bella compagnia, tra storia e natura

Domenica 04. Ottobre sfidando il maltempo, il freddo e le distanze ci siamo ritrovati in cima al Passo del San Gottardo per riscoprire una parte della nostra storia elvetica. Tra la prima neve e la nebbia ci siamo fatti strada fino all’ingresso della fortezza storica “Sasso da Pigna” voluto dal Generale Henri Guisan e costruito tra il 1941 e il 1945 per fronteggiare una possibile invasione da parte italiana. Addentrandosi nella montagna attraverso cunicoli  scavati a suon di dinamite e piccone sorge inevitabile lo stupore per un opera realizzata in così pochi anni e senza la strumentazione odierna. Essendo un bel gruppo di più di trenta persone, tra Guardie e reciproche famiglie, ci siamo divisi in due gruppi per la visita. 

Dopo un buon caffè al bar a 2'096m s/m  attorniati da tonnellate di roccia, per mezzo di una delle due funicolari presenti nella fortezza abbiamo raggiunto uno dei cannoni. Interessantissimo il video dell’ultimo colpo sparato nel 1998. Per poter far funzionare l’arma ben 8 uomini, ognuno con un compito preciso, dovevano collaborare ed essere il più veloce possibile. La nostra guida ci ha spiegato che in media già dopo il secondo colpo colpivano il bersaglio prefissato. Pensate che gli uomini addetti al cannone non avevano nessuna visuale esterna, si affidavano alle coordinate ed ai calcoli di un gruppo d’osservatori appostati all’esterno della montagna. Proseguendo con la visita  siamo arrivati agli alloggi arredati ancora con vestiti e oggetti dei militi. La difficoltà principale per i militi in servizio era la mancanza della luce solare e della fresca aria di montagna oltre al fatto che non esiste un locale docce e quindi bisognava lavarsi con l’acqua fredda dei rubinetti. Questa mancanza di agio, ha fatto riflettere sulle comodità di cui disponiamo oggigiorno nelle caserme e diamo per scontate. 

Abbiamo poi proseguito fino ad un locale munizione allestito ora con oggetti e ricordi dal 1945 al 1998. Ridiscesi abbiamo ammirato dei cristalli di grandi dimensioni scoperti recentemente e un’esposizione sul nuovo traforo ferroviario Alptransit. Dopo due piacevoli ed interessantissime ore all’interno della montagna, uscendo si è fatto vedere anche il sole che alla sol vista ci ha riscaldati ed accompagnati per il resto della giornata.

Con le pance ormai brontolanti ci siamo diretti al ristorante, dove abbiamo potuto sederci e in buona compagnia gustare un ottimo pranzo e un buon bicchier di vino. Il pasto si è consumato in allegria tra aneddoti e bei ricordi dei tempi passati nella Città Eterna. Dopo il caffè eccoci pronti per una bella foto di gruppo al freddo, ma con i cuori caldi di chi ha passato una bella giornata in buona compagnia. A conclusione di questo incontro ci siamo riuniti per la Santa Messa in Rito ambrosiano, celebrata dal nostro Cappellano Mons. Erico Zoppis, nella semplice ma importante Cappella dei frati cappuccini che davano rifugio ai coraggiosi pellegrini e viandanti che si avventuravano sul San Gottardo. Al termine della Celebrazione cantando il nostro bell’inno nazionale, parte integrante come la fortezza visitata, del nostro patrimonio culturale e della nostra identità, abbiamo concluso la giornata che non avrebbe potuto finire in miglior modo.

“Sasso da Pigna” è composto da quattro cannoni  da 15cm con una gittata di circa 28km e una postazione di mitragliatrici che assicuravano la protezione delle feritoie dei cannoni e del terreno loro antistante, un acquartieramento  con la capacità di ospitare fino a 420 uomini; quattro magazzini con una capacità totale di circa 22'000 granate con cariche e spolette, più tutto il necessario per poter far funzionare l’intera fortezza e poter vivere mesi indipendentemente dal mondo esterno.

I lavori cominciarono nell’estate del 1941 dai posti di combattimento per poi proseguire dall’alto verso il basso. Nell’ottobre del 1943 furono già pronti all’impiego i cannoni posizionati provvisoriamente. Un anno dopo tutti e quattro i cannoni di fortezza furono resi operativi e gran parte dell’opera completata.  Questo monumento d’importanza nazionale rimase attivo e inalterato dal 1945 fino al 1998, e nel 2001 fu sciolta dal segreto militare. 

 

Tommaso Perugini